sabato 28 giugno 2014

La vita è troppo breve per imparare il tedesco

Studiando germanistica, mi viene spesso detto che il tedesco è una lingua troppo dura e difficile. Sicuramente un fondo di verità c'è. All'orecchio italiano dubito che ci siano troppe lingue che suonino particolarmente bene, eccezione fatta ovviamente per il francese o l'inglese britannico. Noi non ce ne accorgiamo semplicemente perché siamo abituati a sentire determinati suoni e melodie che alle orecchie di stranieri sono l'essenza del romanticismo e della passionalità.
Il tedesco è senza dubbio una lingua meno melodica dell'italiano. Ha suoni più aspri e duri, oltre a rievocare inevitabilmente il Nazismo o la Merkel. Io personalmente trovo che il tedesco abbia anche dei bei suoni, ma riesce difficile trasferirli attraverso una pagina virtuale. Per questo, mi limiterò a spiegare perché trovo una lingua come il  tedesco estremamente affascinante.
Il principio base del tedesco è che sostanzialmente tutte le parole possono essere unite alle altre per trasferire un'idea piuttosto che un'altra. Si tratta di una lingua estremamente flessibile nel suo lessico — contrariamente all'inglese, dove il vocabolario è molto ampio ma una parola suona bene solamente con poche altre — e estremamente inflessibile dal punto di vista grammaticale. Il problema maggiore sono i casi, che, pur essendo solamente quattro, combinati con tre generi diversi — maschile, femminile e neutro — e da diverse distinzioni danno vita a tre declinazioni degli aggettivi in base a ciò che li precedono. Insomma, se io volessi dire "i ragazzi felici" o "dei ragazzi felici", ci sarebbe una "n" a distinguere il primo "felici" dall'altro. Questo giusto per dare un'idea.
Per quanto riguarda la sintassi, i periodi possono essere molto lunghi e in genere lasciano in sospeso il verbo, cosa che per noi è assolutamente fuori da ogni logica. Paradossalmente, in tedesco diventa fondamentale ascoltare la fine di una frase più che il suo inizio, perché è lì che spesso si trova il verbo o i diversi verbi. In lingue come l'italiano, a volte non è nemmeno necessario terminare le frasi prima che il messaggio venga colto dal nostro interlocutore, quindi la distanza è senza dubbio grande.
Detto questo, il mio post si proponeva semplicemente di illustrare qualche esempio di come il tedesco crei delle parole che io trovo affascinanti. E non parlo solamente del fatto che i guanti in tedesco siano delle scarpe delle mani (die Hand = la mano; der Schuh = la scarpa; der Handschuh = il guanto) né del fatto che il frigorifero sia un armadio fresco (der Schrank = l'armadio; kühl = fresco; der Kühlschrank = il frigorifero). Vi propongo qui alcune parole tedesche che evocano delle splendide idee e che io reputo interessanti.

1. die Ellenbogengesellschaft (letteralmente, "la società dei gomiti")
Si tratta di un concetto che ha assunto una particolare rinomanza grazie a espressioni quali "homo homini lupus" o, per i fan di Hegel, "Regno Animale dello Spirito". È, sostanzialmente, il concetto che sta alla base dell'odierna società capitalistica, ossia quello di spietata concorrenza. In una "società dei gomiti", gli individui si fanno strada con i loro gomiti tra i loro simili affinché possano prevalere sulla massa. È un'idea che viene racchiusa in una parola unica in tedesco e che io trovo proprio per questo affascinante.

2. die Prinzipienreiterei (letteralmente, "la cavalleria dei principi" o "l'equitazione dei principi")
È una parola che ho scoperto leggendo Effi Briest di Theodor Fontane e che assume particolare rilievo all'interno dell'opera per descrivere uno dei personaggi principali, il Barone von Innstetten, marito della protagonista da cui prende il nome l'opera. La parola descrive un attaccamento quasi ossessivo ai principi propri o imposti dalla società, cosicché una persona non sia in grado di agire in base alle proprie idee ma si debba sempre rifare a delle norme o a delle convenzioni sociali. Nel caso del personaggio all'interno del romanzo, egli scopre che sua moglie l'ha tradito più di sei anni prima e si sente costretto, oltre che ad allontanare la moglie dalla famiglia, ad affrontare in duello il suo ormai ex rivale com'era convenzione per risolvere quei problemi a cui la legge dell'epoca non dava risposta.

3. das Fingerspitzengefühl (letteralmente, "il sentimento delle punte delle dita")
Questa parola esprime sostanzialmente ciò che noi chiamiamo savoir faire o in alcuni casi anche semplicemente tatto, ma trovo la parola tedesca molto più evocativa ed interessante rispetto a quelle che utilizziamo noi.

4. der Ohrwurm (letteralmente, "il verme dell'orecchio")
Questa parola potrebbe inizialmente evocare immagini piuttosto raccapriccianti, ma in linguaggio colloquiale indica quella canzone o hit che è molto orecchiabile e perciò entra in testa facilmente. Ancora una volta, il tedesco pare essere molto più metaforico ed evocativo di altre lingue.

5. das Fernweh (letteralmente, "dolore della distanza")
Sostanzialmente rappresenta una nostalgia di paesi lontani, anche se alcuni sostengono che descriva invece una nostalgia di paesi che non si sono mai visitati. Il Duden descrive questo termine come "Sehnsucht nach der Ferne, nach fernen Ländern", ossia come una "nostalgia della distanza, di paesi lontani", quindi mi fido della fonte autorevole e non gli do la sfumatura che molti tendono ad attribuirgli gratuitamente.

Concludo qui, nella speranza che queste parole siano interessanti almeno la metà di quanto lo sono per me. Nel frattempo, permettetemi di ripetere che
"Das Leben ist zu kurz, um Deutsch zu lernen."
"Life is too short to learn German."
"La vita è troppo breve per imparare il tedesco."
Ma per me vale pur sempre la pena di tentare.