lunedì 7 aprile 2014

I miei scatti - il Giudizio Universale

Sin da quando ho iniziato a sviluppare questa passione per la fotografia, ho pensato che potesse essere affascinante collegare un particolare scatto ad un particolare pensiero trovato in un libro – o a libri interi, in alcuni casi. Ho deciso di riportarne alcuni qui.


















1. Il Giudizio Universale
« Dieu n'est pas nécessaire pour créer la culpabilité, ni punir. Nos semblables y suffisent, aidés par nous-mêmes. [...] Je vais vous dire un grand secret, mon cher. N'attendez pas le Jugement dernier. Il a lieu tous les jours. »
« Dio non è necessario per creare la colpabilità né per punire. I nostri simili bastano per questo, aiutati da noi stessi. [...] Le dirò un gran segreto, mio caro. Non aspetti il Giudizio Universale. Ha luogo ogni giorno. »
[Albert Camus, "La Chute"]

Albert Camus, scrittore francese della metà del secolo scorso, offre in questo interessantissimo romanzo – o monologo? – dal titolo La Caduta (1956) una visione della modernità che è tanto angosciante quanto veritiera. Egli sostiene, e con lui Jean-Paul Sartre in particolare nella sua opera teatrale Huis clos (A porte chiuse, 1944), che l'uomo moderno non possa esimersi dal giudicare costantemente tutto ciò che lo circonda, di fatto rendendo quel famoso Giudizio Universale tanto temuto nella teologia cristiana un affare quotidiano. Come scrive Sartre nell'opera sopraccitata, 
« L'enfer, c'est les Autres. »
« L'inferno sono gli Altri. »
L'inferno che una volta soleva essere collocato in basso, sotto terra, luogo macabro e dominato dalle tenebre, pare ora affiorare in superficie fino a sostituirsi alla vita di tutti i giorni. E questo inferno consiste precisamente nel fatto che l'uomo moderno non possa fare a meno di essere allo stesso tempo vittima e carnefice della violenza psicologica che, da una parte, subisce ma che dall'altra infligge agli altri. Quando egli giudica, sente, pensa, egli non può esimersi al tempo stesso dall'utilizzare quegli stessi strumenti che gli altri gli hanno dato, asservendosi di fatto all'immagine e all'opinione che gli altri hanno di lui. L'uomo moderno, pertanto, è in totale dipendenza dagli altri, rendendo questo giudizio una caratteristica imprescindibile di sé stesso. Questo non significa, tuttavia, che non esista alcun modo di riscattarsi da ciò, e Camus e Sartre, come fa notare uno dei personaggi, un professore, nel film d'animazione Waking Life (Richard Linklater, 2001), si fanno portavoce da una parte di una filosofia della crisi, l'esistenzialismo, ma dall'altra intendono allo stesso tempo portare un messaggio positivo, quasi di speranza, all'interno dell'inferno della modernità. Entrambi, infatti, prevedono una sorta di via di salvezza, un cammino verso il miglioramento della società a loro contemporanea, prendendo le mosse da un engagement, un mettersi in gioco sul piano pratico dell'intellettuale o dell'uomo moderno in genere.

La mia fotografia, scattata in Piazza San Pietro (Città del Vaticano), intendeva farsi carico di questo messaggio, e cioè che il Giudizio Universale, oggi, accade ogni giorno senza che noi ce ne accorgiamo, ma paradossalmente continuiamo a proiettarlo altrove, verso una giuria quasi divina, che ci guarda dall'alto mentre il cielo si fa interprete del momento fondamentale che esso deve rappresentare per ognuno di noi. Questo scatto, in altre parole, rappresenta il Giudizio Universale nell'immaginario comune, mentre la citazione che ho voluto proporre e spiegare intende invece porre l'attenzione sul contrasto tra questo e ciò che gli esistenzialisti sostenevano.

Nessun commento:

Posta un commento